Uso e abuso di alcol tra gli adolescenti: l’educatore di strada

Per cominciare a tracciare alcune possibili risposte, propongo alcuni spunti di riflessione, identificando azioni in grado di attivare meccanismi di prevenzione e promozione del benessere relativo all’uso e abuso di alcol tra gli adolescenti.
L’intervento può prevedere la creazione di un’unità operativa includente educatori di strada, con esperienza e competenza, supervisionati uno psicologo, in grado di  operare in contesti di aggregazione giovanile (parchi, locali pubblici, bar, sagre e manifestazioni) e attivare reti e collaborazioni con le realtà e attori interessate sul territorio (centri giovani, comunità alloggio, … etc).
L’educatore di strada compie un’azione educativa che contribuisce alla crescita umana della persona attraverso rapporti spontanei, famigliari e mediante interventi speciali legati a una funzione socio-professionale (con l’elaborazione di un progetto educativo permette interventi finalizzati alla promozione della persona e al suo benessere psico-fisico); opera con intenzionalità, lavorando molto spesso in équipe. Le aree di intervento entro le quali opera sono situazioni di disagio e marginalità giovanile, handicap e disabilità, integrazione sociale.
Senza una sede fissa, incontra i ragazzi nel loro contesto quotidiano proponendosi come punto di riferimento, studia ed osserva i gruppi sociali per poter comprenderne abitudini, pensiero, ed eventuali problematiche.
L’obiettivo che l’azione dell’educatore intende raggiungere è la creazione di relazioni orizzontali educatore-ragazzo-gruppo, costruttive e non oppressive caratterizzate da comunicazione efficace e fiducia reciproca. Stimola il confronto all’interno del gruppo, con il mondo degli adulti e le altre realtà del territorio facilitando le relazioni, i contatti, la costruzione di una rete sociale.
L’educatore di Strada si propone come un promotore di cambiamento e si serve di validi strumenti per raggiungere i propri obiettivi; ad esempio: la conoscenza del territorio, la capacità di osservare gruppi e organizzazioni, la capacità di sapere leggere le interazioni tra i sottosistemi, la possibilità di sfruttare il canale di comunicazione più efficace e comprendere il senso degli atteggiamenti ricorrenti.

La “strada” è un nuovo spazio in cui può avvenire l’azione pedagogica, è un luogo carico di significato ed ha per i giovani una forte dimensione simbolica; è un è luogo di incontro, di aggregazione ma anche di emarginazione e devianza.

Tra gli obiettivi identificabili in questa proposta, la creazione ed il mantenimento di contatti con adolescenti frequentantando gruppi informali e formali nei luoghi di ritrovo a loro abituali; l’instaurazione di rapporti relazionali significativi con i giovani per sensibilizzarli rispetto all’uso e abuso di alcol tra gli adolescenti o stupefacenti e favorire processi di peer education in grado di creare fattori protettivi e preventivi; attivare sensibilizzazione rispetto alle patologie correlate all’assunzione di sostanze alcoliche o stupefacenti; l’individuazione di situazioni di marginalità e disagio giovanile, con particolare attenzione alla vulnerabilità verso l’uso di sostanze stupefacenti; la creazione di un rapporto di relazione significativa con i giovani in situazioni di disagio o marginalità in modo da giungere, ad un accompagnamento verso i servizi competenti presenti sul territorio (Servizio tossicodipendenze…);
Il lavoro di strada consiste nella mappatura del territorio in relazione alle presenze significative dei giovani, nell’individuazione di luoghi privilegiati per propiziare contatti significativi tra educatore e giovani singoli e/o in gruppi, nella creazione di contatti con le realtà associative giovanili, nel promuovere azioni informative verso i giovani a scopo preventivo e protettivo rispetto all’uso di sostanze stupefacenti (discussioni, focus group strutturati) e sfruttando le relazioni con i giovani effettuare un’indagine rispetto a situazioni di disagio o marginalità giovanile (con particolare attenzione alla vulnerabilità verso l’uso di sostanze stupefacenti), avvicinare e agganciare i giovani in situazioni di disagio o marginalità.