DSM V; quali novità? Depressione da lutto, gioco d’azzardo, iperattività…

Nel maggio 2013 è uscita la V edizione del DSM, il Manuale per la diagnosi dei Disturbi Mentali (derivante dall’originario titolo dell’edizione statunitense Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders). Già dopo le prime anticipazioni, la stampa internazionale e diversi esperti del settore, hanno lanciato l’allarme al grido “questo testo rischia di far impazzire il mondo”, evidenziando come l’abbassamento delle soglie per la diagnosi possa portare ad incorrere in un aumento di falsi positivi.

Il primo a sollevare dubbi e perplessità, è stato proprio Allen Frances, autore del libro “Primo non curare chi è normale”, direttore dell’equipe che ha redatto la precedente edizione del volume il  DSM-IV, riportando come allargamento dello spettro delle patologie psichiche, non permetta quasi la presenza di «normalità».

Siamo tutti malati: un regalo alle industrie degli psicofarmaci e una resa di fronte alla crescente medicalizzazione della società, divenuta sempre meno capace di gestire serenamente fenomeni comuni, che sono sempre esistiti, come il lutto, l’invecchiamento o la naturale vivacità dei giovani. Si moltiplicano invece le diagnosi di patologie per ogni comportamento, perdendo in questo modo la visione pluralista dell’universo psichico e forse condannando in futuro milioni di persone a cure non necessarie. «Non medicalizziamo le differenze umane – ammonisce Allen Frances – celebriamole».

Paolo Migone, autorevole psichiatra e docente universitario, in un’intervista all’Ansa porta una breve disamina dei cambianti, nei termini di nuove patologie, che comporterà l’avvento del nuovo DSM V:

Il disturbo di disregolazione dirompente dell’umore medicalizzerà gli scatti di rabbia;

La tristezza del lutto diverrà depressione;

Normali dimenticanze o errori cognitivi degli anziani verranno diagnosticate come disturbo neurocognitivo minore;

Aumenteranno le diagnosi di iperattività e deficit d’attenzione (ADHD) soprattutto nell’adulto, con crescita dell’abuso di stimolanti;

A causa dell’abbassamento della soglia diagnostica del disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating), abbuffarsi 12 volte in tre mesi non sarà più segno di golosità, ma malattia mentale;

L’introduzione del concetto di dipendenze comportamentali potrà favorire una cultura secondo cui tutto ciò che ci piace molto diventa disturbo mentale.

D’altro canto Sidney Zisook nell’articolo edito nel 2012 dal titolo “Depression and Anxiety”  sottolinea come la possibilità di “riconoscere che un lutto possa essere un fattore di grave stress che può innescare un episodio di depressione maggiore in una persona vulnerabile non medicalizza o patologizza il dolore! Piuttosto, evita che venga trascurato o ignorato un episodio di depressione maggiore, e facilita la possibilità di un trattamento adeguato. Inoltre, rimuovere l’eccezione del lutto non significa che il lutto dovrebbe esaurirsi nell’arco di due mesi. Infatti, per molte persone il dolore, nelle sue diverse manifestazioni, dura mesi, anni o tutta la vita, anche se non è accompagnato da un episodio depressivo maggiore. “

Nel manuale vengono altresì introdotte altre novità come la patologia relativa alla Compulsione ad accumulare eccessivamente oggetti che nel DSM IV veniva annoverato tra i sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo (OCD); la revisione della dipendenza con il capitolo “Disturbi da dipendenza e correlati all’uso di sostanze” superando la confusione tra tossicodipendenza (una quantità eccessiva di tempo trascorso per entrare in possesso della sostanza, tolleranza, danni fisici o psicologici, tentativi falliti di interromperne l’assunzione e sintomi di astinenza) e l’abuso di sostanze (consumo di droga ripetuto che crea problemi sul lavoro, a scuola e nella vita sociale); l’inclusione tra le dipendenze dei disturbi d’azzardo, dipendenza da internet;l’introduzione del concetto di Spettro Autistico accorpando il disturbo autistico, la sindrome di Asperger, il disturbo disintegrativo dell’infanzia, il disturbo generalizzato pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato.